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Il volume ripercorre l'opera di Giovanni Battista Piranesi, architetto, scenografo e incisore che dall'età di vent'anni viaggiò come disegnatore al seguito di Marco Foscarini, inviato veneziano a Roma, e iniziò lo studio dell'architettura romana. Sotto la guida di Giuseppe Vasi intraprese l'attività di vedutista e si avvicinò alle tecniche dell'acquaforte e dell'incisione su rame. Il suo primo ciclo di incisioni, del 1943, fu "Prima parte di architetture e prospettive", vedute della città realizzate con una tecnica di bulino e acquaforte, al quale fecero seguito "Grotteschi e Capricci". Dopo numerosi anni trascorsi studiando e rilevando una quantità innumerevole di edifici dell'antica Roma realizzò l'importante ciclo di incisioni "Vedute di Roma", che seppero esercitare una forte influenza durante il Neoclassicismo e, nel 1760, le note "Carceri d'invenzione". Le sue tavole incise appaiono improntate a un'idea di dignità e magnificenza espresse attraverso la grandiosità e l'isolamento degli elementi architettonici, così da affermare la grandezza del passato antico.